Enna, mancano i fondi per i Centri diurni del Csr

… E I SILENZIOSI PAGANO PER TUTTI!

di Massimo Castagna

Solo 130 mila euro per riattivare il servizio dei centri diurni del Consorzio Siciliano di Riabilitazione di Enna, Barrafranca e Piazza Armerina. Solo 130 mila euro per consentire a 53 ragazzi diversamente abili e a 14 operatori che li assistono di ritornare in quella che ormai da anni considerano la loro seconda casa. 130 mila euro che la Provincia Regionale di Enna non riesce a trovare perché non ha più un centesimo. Ma non è un buon motivo per azzerare ancora una volta un servizio alle fasce più deboli, quelle più indifese e i portatori di handicap appartengono ad una di queste.
La conferenza di servizi di venerdì scorso ha evidenziato due aspetti: il primo è che i Comuni nella quasi totalità, ad eccezione di Piazza Armerina, hanno manifestato la volontà a rinnovare la convenzione, la seconda è che alla Provincia Regionale questa volontà sembrerebbe proprio non esserci, anche se in queste ore qualcosa di nuovo potrebbe accadere. Un problema che puntualmente si ripropone ogni anno e ogni anno si ha sempre più la sensazione che i disabili appaiono come un problema, un peso e non già una risorsa. Ed è proprio questo aspetto che vorremmo approfondire.
Da qualche anno la vecchia Asl, oggi Asp, si è tirata fuori da questa convenzione con la Provincia e i Comuni in barba anche alla recente circolare dell’Assessorato alla Salute del 2 marzo 2010 n. 1266, che indica ai direttori generali il “Nuovo schema di convenzione tra le Aziende Sanitarie Provinciali e le strutture riabilitative…”.
Oggi anche la Provincia Regionale si tira fuori perché non ha un centesimo. Ma il problema non sono i soldi, signori amministratori: il problema è di “Scelta Politica” di capire cioè se siamo in grado di assicurare un minimo servizio che è certamente socio-sanitario e non solo socio-assistenziale. Monaco & C dovrebbero capire che c’è un problema di qualità della vita di tanti ragazzi, di tante famiglie, di tanti operatori. I bilanci possono quadrare anche facendo scelte di dignità, di solidarietà e di sussidiarietà.
L’Azienda Sanitaria Provinciale, ormai lo sanno anche i sassi, pensa solo a fare quadrare i conti e che il diritto alla salute vada a farsi… Un servizio che è soprattutto sanitario non può essere liquidato con qualche trattamento riabilitativo, perché la riabilitazione è anche qualità della vita, integrazione e socializzazione, tutti termini che in Viale Diaz sono scomparsi da anni e guai a chi li pronuncia.
Ma la politica no, non può fare come Ponzio Pilato, non può e non deve far finta di non capire accontentandosi anno dopo anno di arrivare a denti stretti a concedere qualcosa che è sempre meno. No, la politica non deve pensare che c’è qualcuno che mendica qualcosa, sarebbe un errore gravissimo.
Compito della politica e delle istituzioni locali è quello di fare delle scelte di programma, di localizzare i bisogni interagendo con i servizi offerti. Proprio per questo diventa ormai indifferibile che i servizi a carattere sociale come i centri diurni vengano istituzionalizzati, con appositi capitoli di bilancio. Che si capisca che il Csr o l’Aias non sono lobby di chissà che cosa: qui stiamo parlando di associazioni di genitori che vivono quotidianamente e per tantissimi anni, problemi che molti non riescono nemmeno ad immaginare.
I 53 ragazzi disabili scaricati dalla Provincia Regionale di Enna e chiusi in casa, ognuno con la propria patologia, stanno soffrendo tantissimo, perché manca loro il “loro mondo”, la loro quotidianità, il loro stare assieme, lavorando, giocando e riabilitandosi.
Sono persone che non hanno voce e che parlano solo attraverso i loro genitori e che non sanno in che modo stanno vivendo.
La Provincia Regionale non ha più un centesimo, però non batte ciglio quando deve pagare 19 mila euro per la delegazione che è andata in America al Columbus Day, oppure manda un consigliere provinciale a Verona alla Fiera del Cavallo, oppure ancora qualche altro che va in Grecia alla Nona Conferenza Geopark o giù di lì, ma ci sono anche quelli che partecipano al Vinitaly.
E’ facile capire che se alcune risorse servono per pagare anche questi “capricci” prima o poi i più silenziosi pagano per tutti e i disabili sono tra questi.
Mercoledì prossimo si terrà un ulteriore incontro tra i Comuni, la Provincia Regionale e il Csr per capire se esistono le condizioni per arrivare da subito ad un protocollo di intesa e fare ripartire il servizio.
Non sappiamo cosa uscirà fuori, sappiamo soltanto che questo problema è estremamente grave perché affossa i principi di solidarietà e sussidiarietà. Non una sola forza politica fino al momento in cui andiamo in stampa, ha detto la sua, nessuno ha speso una sola parola.
Noi come Dedalo non intendiamo rimanere insensibili, non ci pensiamo nemmeno ed è per questo che ci stiamo preparando a sostenere le battaglie di quanti vorranno ancora sancire il principio che le fasce deboli vanno sempre protette e aiutate.
Chi pensa che la salute, i sentimenti, le emozioni dei nostri ragazzi possano essere barattati con qualche elemosina si sbaglia di grosso. Siamo pronti a dare battaglia a chiunque sta prestando il fianco al saccheggio del nostro territorio.
 

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