Dipinti che… ispirano

Dipinti che ispirano poesie, arti che si incontrano rendendo ancora più speciale quello che già lo è. E’ bello raccontare questo episodio, che vede come protagonisti alcuni ragazzi e ragazze del Seminternato di Paceco (TP), autori di uno splendido dipinto (in foto), che è stato esposto il 25 luglio scorso al Circolo Velico di Marsala in occasione di Shakespears at sunset, lettura dei sonetti di Shakespeare in lingua originale e in italiano. In quella occasione, infatti, i locali del Circolo si sono trasformati in una galleria d’arte, con l’esposizione dei bellissimi quadri realizzati dai nostri ragazzi e dalle nostre ragazze nei laboratori d’arte dei Centri Csr-Aias della provincia di Trapani.

Tra le opere in mostra c’era anche questo dipinto, che ha ispirato Fabio D’Anna, avvocato, scrittore e poeta che, profondamente colpito dal dipinto ha acquistarlo immediatamente, dedicandogli poi una poesia. 

Un bellissimo apprezzamento per gli autori. I ragazzi del Csr-Aias di Paceco (e degli altri Centri in provincia di Trapani) da anni si sono specializzati nella produzione di quadri. Aiutati dai maestri d’arte, hanno raggiunto livelli di tecnica e originalità molto elevati: le loro opere vanno a ruba in occasione delle mostre, ma mai era capitato di leggere una poesia scritta per un loro dipinto!

Ringraziamo ancora Fabio D’Anna per i suoi apprezzamenti, riportando i suoi versi dedicata alla “donna misteriosa” del quadro.

Storia d’amore tra una donna che viveva in un quadro e uno stranito lettore di Sonetti.

C’era una donna in un quadro, non so dire se fosse ritratta o se vi abitasse temporaneamente per poi potersi assentare e rientrare a suo piacimento in quello specchio di colore.

So soltanto che mi chiamava in silenzio, sin dal primo sguardo posato su quelle tinte di giallo, di nero, di verde, di azzurro tenue, e mi induceva ad andare oltre il corpo nudo, gli occhi chiusi in uno spazio d’altrove, e il braccio a sostenere il capo immerso nel sogno.

Sono salito in terrazza , dopo avere provato un’immediata empatia, forse una rinnovata e incontenibile sindrome di Stendhal, per tuffarmi nella musicalità dei Sonetti di Shakespeare, ma tra una quartina e l’altra, tra un distico e l’altro, la mia mente, come guidata da una forza ignota, andava a lei, alla donna misteriosa del quadro.

Chi l’aveva dipinta? Una donna o un uomo, mi chiedevo in silenzio, e perché la casta sinuosità del corpo era intrisa di un velo grigio diStoria d’amore tra una donna che viveva in un quadro e uno stranito lettore di Sonetti.

C’era una donna in un quadro, non so dire se fosse ritratta o se vi abitasse temporaneamente per poi potersi assentare e rientrare a suo piacimento in quello specchio di colore.

So soltanto che mi chiamava in silenzio, sin dal primo sguardo posato su quelle tinte di giallo, di nero, di verde, di azzurro tenue, e mi induceva ad andare oltre il corpo nudo, gli occhi chiusi in uno spazio d’altrove, e il braccio a sostenere il capo immerso nel sogno.

Sono salito in terrazza , dopo avere provato un’immediata empatia, forse una rinnovata e incontenibile sindrome di Stendhal, per tuffarmi nella musicalità dei Sonetti di Shakespeare, ma tra una quartina e l’altra, tra un distico e l’altro, la mia mente, come guidata da una forza ignota, andava a lei, alla donna misteriosa del quadro.

Chi l’aveva dipinta? Una donna o un uomo, mi chiedevo in silenzio, e perché la casta sinuosità del corpo era intrisa di un velo grigio di pudore? E qual era quella città dalla quale sembrava voler fuggire, quasi a volare in un mondo onirico in cui potere volteggiare come una variopinta farfalla?

I Sonetti, cullati dal tramonto e dalla musica, erano scesi dal leggio per tornare tra le pagine dei libri e le memorie di chi li ha amati e continuerà a farlo, ma lei, la mia donna misteriosa del quadro, era ancora lì. Aveva rintuzzato l’attacco di improvvisati compratori che volevano soltanto ornare una parete bianca, e cercava me: io solo ad avere capito che pulsava di vita oltre la tela dell’abbandono.

Lei mi ha scelto, io ho soltanto esaudito il desiderio di farla vivere con chi non ha rinunciato a credere che soltanto chi riesce a parlare a chi sta in silenzio può davvero comunicare con la bellezza. sembrava voler fuggire, quasi a volare in un mondo onirico in cui potere volteggiare come una variopinta farfalla?

I Sonetti, cullati dal tramonto e dalla musica, erano scesi dal leggio per tornare tra le pagine dei libri e le memorie di chi li ha amati e continuerà a farlo, ma lei, la mia donna misteriosa del quadro, era ancora lì. Aveva rintuzzato l’attacco di improvvisati compratori che volevano soltanto ornare una parete bianca, e cercava me: io solo ad avere capito che pulsava di vita oltre la tela dell’abbandono.

Lei mi ha scelto, io ho soltanto esaudito il desiderio di farla vivere con chi non ha rinunciato a credere che soltanto chi riesce a parlare a chi sta in silenzio può davvero comunicare con la bellezza.  

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